La Turtle Survival Alliance è il braccio operativo del Tortoise and Freshwater Turtles Specialist Group dell’IUCN, la commissione scientifica che, tra le altre cose, compila ed aggiorna annualmente la RED LIST OF ENDANGERED SPECIES.
E’ nata nel 2001, inizialmente in risposta alla Crisi delle Tartarughe Asiatiche, ovvero la raccolta e lo sterminio di milioni di esemplari, in Cina e nel Sud-Est asiatico, per i mercati alimentare e della medicina tradizionale: un processo che sta ancora, di fatto, cancellando intere specie.
Nei primi anni, la TSA ha operato principalmente formando gruppi riproduttivi in cattività (Assurance Colonies), con lo scopo di salvaguardare il patrimonio genetico di ogni specie nel caso la popolazione selvatica fosse stata completamente sradicata. Gli animali fondatori delle Assurance Colonies provengono tutti da sequestri e/o allevatori privati ed Istituzioni, quindi senza alcun impatto sulle popolazioni wild residue.
Successivamente, grazie alla risposta ed al supporto dei Soci, l’attività ha potuto espandersi spostando l’enfasi sui progetti di conservazione in situ.
Oggi la TSA è riconosciuta come una forza operativa a livello
mondiale, con capacità di risposta efficace tanto nelle situazioni di emergenza, quanto nei programmi di medio/lungo termine, specialmente dove sia richiesta la gestione controllata di gruppi
riproduttivi.
La TSA nel Mondo
Basata a Forth Worth, TX (USA), la TSA ha divisioni in tutto il mondo, ed invia le Task Force
ovunque ce ne sia bisogno. Tra decine di progetti in corso, il più noto è certamente quello che riguarda il Rafetus swinhoei, la tartaruga gigante dello Yang­Tze, di cui rimangono attualmente appena quattro esemplari, ma una sola femmina! La TSA ha organizzato la riunione della femmina con uno dei maschi, presso lo zoo di Suzhou (Cina), finanziato la ristrutturazione di un’apposita area, ed ingaggiato Gerald Kuchling per tentarne la riproduzione. Salvo miracoli, si tratta dell’ultima possibilità per salvare questa specie spettacolare, ormai sradicata per sempre dal suo areale storico. Un punto fermo della nostra politica è il recupero degli animali sottratti al traffico illegale, che troppo spesso vengono “dimenticati” (in Europa), o addirittura soppressi (in Africa ed in Asia) dalle stesse forze dell’ordine, che considerano esaurito il proprio compito con il sequestro. Ma tra le missioni della TSA stanno assumendo sempre maggiore importanza l’educazione ed
il coinvolgimento delle popolazioni locali: si tratta del miglior modo per limitare i prelievi di tartarughe in natura. Dopo quasi dieci anni di attività, molto è stato fatto: ma moltissimo rimane ancora da fare!
La TSA in Europa
In Europa, la Turtle Survival Alliance ha la Sede a Rotterdam, ed è presieduta da Henk Zwartepoorte; la zona di competenza comprende non solo l’Europa in senso stretto, ma anche i Paesi del Bacino Mediterraneo.
Nel nostro continente la TSA ha in corso una serie di collaborazioni con i Partner EAZA (zoo ed acquari) che si occupano di riproduzione finalizzata alla conservazione.
Per gli allevatori privati, esiste un coordinamento strettissimo con la European Studbook Foundation, nell’ambito del quale avvengono continui scambi per garantire la massima variabilità genetica alle popolazioni in cattività, fonte indispensabile per i futuri progetti di reintroduzione in natura.
Il primo progetto italiano della TSA, avviato alla fine del 2006, ha riguardato un gruppo di Testudo kleinmanni importate illegalmente nel nostro Paese, e sequestrate. Nonostante un rapporto non sempre facile, e quasi mai veloce, con le nostre Autorità, la TSA è riuscita ad organizzare il trasferimento di 140 esemplari verso 11 strutture in sette nazioni europee.
Questi animali hanno aumentato enormemente la variabilità genetica disponibile per la conservazione della specie che, tra quelle nella zona di responsabilità della TSA Europe, corre attualmente i maggiori rischi di venire completamente cancellata dal suo habitat naturale.