Platemys platycephala
 
(Schneider, 1792)
 
Regno:Animalia
Phylum: Chordata
Ordine: Testudines
Sottordine: Pleurodia
Famiglia: Chelidae
Genere: Platemys
Specie: Platemys platycephala

Sono riconosciute due sottospecie: Platemys platycephala platycephala e Platemys platycephala melanonota. Il nome melanonota ha radici greche e deriva da melas che significa nero quindi caratterizzata da una colorazione più scura.

Distribuzione ed habitat
È diffusa principalmente nella parte settentrionale del Sud America, in particolare
la si può trovare in Bolivia, Ecuador orientale, Perù, sud-est della Colombia, Venezuela e Brasile. Predilige raccolte d’acqua piovana delle foreste pluviali nelle regioni settentrionali del sud America, habitat con acque lente e generalmente poco profonde con fondali fangosi o melmosi ricchi di vegetazione sia acquatica che galleggiante.

Dimensioni e caratteristiche fisiche
Tartaruga di medie dimensioni da adulta, ha esemplari di sesso maschile leggermente più grandi di quelli di sesso femminile che difficilmente raggiungono una taglia di 20 cm. Il carapace è di forma ovale ed ha una scanalatura mediana ampia creata da due chiglie che seguono l’intera lunghezza del carapace rendendo questa tartaruga molto particolare. Solitamente è di color marrone, anche se cambia a seconda dell’areale di provenienza con macchie di una tonalità più scura. Il piastrone è scuro con un bordo giallo. Il ponte è di colore giallo con una striscia scura. Il nome della specie “platycephala” significa testa piatta. La testa è di solito ricca di tonalità di giallo o arancione in alto e marrone scuro o nero sui lati, con marcature più scure vicino al corpo. Il resto della pelle è molto scuro o nero e le zampe sono coperte da grandi scaglie nere. Le zampe hanno aspetto debole poiché pur essendo acquatica è una tartaruga che spende molto tempo a terra.

Allevamento
Considerato l’areale di provenienza non è una specie che effettua letargo pertanto dovrà essere mantenuta attiva tutto l’anno. Viste le sue abitudini ma soprattutto le modeste dimensioni che da adulta raggiunge, allevare e creare un set-up adatto a questa specie non sarà particolarmente difficoltoso anche se l’allevamento è consigliato a persone che già hanno avuto esperienze con specie più comuni. Mai come in questo caso dovremmo parlare di acqua-terrario in quanto lo spazio “asciutto” dedicato sarà quanto lo spazio dedicato alla parte acquatica. Da baby raramente la vedremo salire sulla zona emersa ma da adulta sarà fondamentale predisporla. Una vasca di dimensioni 100 x 50 con un’altezza di 50 cm potrà tranquillamente ospitare una coppia adulta ed in questo caso utilizzeremo almeno 40 cm della lunghezza dedicati alla zona emersa ed i restanti 60 cm dedicati alla parte acquatica. L’acqua dovrà essere mantenuta, a mezzo di termo riscaldatore, in un range di temperatura che può andare dai 22°C ai 25°C. L’altezza del volume d’acqua non dovrà essere eccessivo, per esemplari adulti 25 cm di altezza possono bastare ma se dotato di molti appigli potremo aumentarlo tranquillamente. Come sub-strato, che non è assolutamente importante, andremo a scegliere sabbia molto fine che se ingerita verrà espulsa tranquillamente evitando occlusioni intestinali. La zona emersa dovrà essere riscaldata con una spot (punto basking 30°C) e illuminata da una lampada UVA-UVB per rettili. Queste creature della foresta pluviale necessitano di elevata umidità pertanto per mantenere alto il tasso sulla zona emersa potrebbe essere necessario l’utilizzo di un coperchio e sarà buona norma utilizzare come materiale di arredo del muschio, della torba e delle foglie. Per aiutare la risalita, vista la scarsa abilità nel nuoto, andremo ad arricchire la nostra vasca con pezzi di legno, piante galleggianti e rocce; il legno è l’elemento più idoneo in quanto, oltre a rendere di color ambrato l’acqua e quindi donando un aspetto molto più naturale al nostro set-up, rilasciando il tannino andrebbe ad abbassare il PH dell’acqua andando a beneficio delle tartarughe allevate.

Alimentazione
Questa specie è principalmente carnivora; esemplari baby sono noti in natura per mangiare anche alimenti di origine vegetale ma adulti raramente lo fanno. Questa specie preferisce in genere mangiare in acqua. In natura si ciba di lumache, piccoli pesci, vermi ed insetti. In cattività, oltre a questo cibo che dovremmo reperire con facilità possiamo integrare la dieta con dei pellet di buona marca anche se è stata notata una difficoltà per questa specie nell’alimentarsi con prede galleggianti, difficoltà evidenziata per esemplari WC.

Dimorfismo e riproduzione
I maschi oltre ad avere dimensioni leggermente maggiori rispetto alle femmine, presentano una coda più lunga e tozza, un piastrone più concavo ed un’apertura cloacale posizionata fuori dai margini del carapace. Non esiste un periodo predeterminato per l’accoppiamento di questa specie e la copula può avvenire sia in acqua che sulla terraferma. Depongono in un anno da 3 a 6 uova le quali saranno incubate per un periodo che può andare dai 130 ai 180 giorni ad una temperatura di circa 29°C con una tasso di umidità che si aggiri sull’80%.

Legislazione
Specie di libera vendita non soggetta a certificati C.I.T.E.S o convezione di Berna.
Non è considerata specie a rischio estinzione.
Questa specie veniva importata per la sua elegante livrea caratterizzata da chiazze regolari in varie tonalità di marrone e dalla testa giallo ocra, ma non è consigliata ai terrariofili poco esperti.

Autore: Marco Marsili

www.TartaWeb.it

 

 

One thought on “Platemys platycephala”

  1. Articolo ben fatto allevo questa specie dal 2000 e ho avuto diverse deposizioni con nascite, non sono d accordo con la necessità di una zona emersa xche ho notato che quando c è viene utilizzata o xche la temperatura dell acqua e inferiore a quella esterna o c è un problema di convivenza , e quindi la platemys più debole si rifugia all’esterno , verificato anche in estate dove sulla zona emersa sono andate le femmine per la deposizione

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