NORME PER UN RECINTO TESTUDO

Allevare Testudo, specie tipica della nostra penisola, sarà semplice e molto gratificante a patto che si rispettino alcune semplici indicazioni che andremo ad elencare qui di seguito. Per prima cosa dobbiamo dire, e non ci stancheremo mai di ripeterlo, che le Testudo vanno allevate all’esterno e solo esemplari malati o debilitati devono essere trasferiti all’interno. Allevare una Testudo in terrario, in terrazzo o in qualsiasi altro luogo chiuso significa precludere una sana e felice esistenza all’animale. Per genere Testudo intendiamo Testudo hermanni hermanni, Testudo hermanni boettgeri e Testudo marginata in quanto vanno allevate tutte allo stesso modo; l’unica differenza che dobbiamo precisare è che Testudo marginata, a differenza delle altre, sembra soffrire in ambienti troppo carichi di umidità pertanto nella scelta della locazione del nostro recinto dovremo prestare attenzione ad evitare zone con pericolosi ristagni d’acqua. Prima di costruire un recinto e soprattutto di scegliere dove costruirlo è essenziale “studiare” l’animale che vi abiterà:
Le Testudo sono animali ectotermi, nelle prime ore della giornata si crogiolano al sole per innalzare la loro temperatura corporea ed attivare le funzioni metaboliche. L’esposizione al sole permette di assumere i raggi UVB fondamentali per la sintesi della vitamina D. Raggiunta la temperatura corporea necessaria per l’attivazione degli enzimi atti alla digestione le tartarughe si dedicano alla ricerca del cibo. Con temperature atmosferiche superiori ai 27 °C diventano apatiche e cercano riparo scavando piccole buche sotto la vegetazione bassa o in piccoli anfratti o rifugi da noi creati. Con la diminuzione delle temperature si ha la ripresa dell’attività.
Nei primi giorni d’autunno, al calare delle temperature, i rettili smettono di alimentarsi anche per più di 20 giorni per permettere all’intestino di svuotarsi completamente da residui di cibo. Diventano sempre più apatiche e, verso novembre o dicembre a seconda della latitudine, iniziano ad interrarsi o a ripararsi in luoghi protetti per poi cadere in letargo. La temperatura ideale di letargo calcolata nel luogo di interramento è di 5 °C, temperature inferiori ai 2 °C arrecano danni cerebrali o morte mentre superiori ai 10 °C le inducono in uno stato di dormiveglia pericoloso per l’esaurimento delle scorte di grasso necessarie a superare l’inverno. In natura gli esemplari per sfuggire alle basse temperature si interrano anche a 10-20 centimetri di profondità.
Il letargo è una fase metabolica assolutamente necessaria per questa specie, ripetiamo, va impedito solo in caso di malattia o debilitazione. Per esemplari baby possiamo pensare ad un letargo controllato ma anche per loro è assolutamente necessario e saltare questo processo li indurrebbe ad una crescita troppo veloce con conseguente piramidalizzazione del carapace.

Lette queste semplici indicazioni andremo a creare una struttura che possa permettere ai nostri animali di soddisfare tutte le proprie esigenze in quanto parliamo sempre di un animale totalmente indipendente che ha bisogno di pochissime attenzioni; ci permettiamo qui di seguito di citare alcune regole basilari per la costruzione del nostro recinto:
Il recinto dovrà essere grande per permettere alle nostre Testudo di muoversi liberamente ma non troppo per permettere a noi che le osserviamo di poterle tenere monitorate ed accorgerci di un eventuale comportamento anomalo. Dovrà avere un’ampia zona soleggiata ma anche avere una zona al riparo dal sole ricca di vegetazione bassa quali cespugli che fungano da riparo nelle ore più calde della giornata. Queste zone serviranno alla tartaruga a termoregolarsi e scegliere la zona con la temperatura a lei più congeniale.- Il recinto dovrà essere delimitato da una palizzata in legno o mattoni, da evitare la rete metallica in quanto anche se non si direbbe le tartarughe sono ottime scalatrici e la rete faciliterebbe l’impresa di fuggire ed inoltre essendo trasparente cercherebbero in continuazione di superare questo ostacolo. Il recinto, per buona norma, dovrà essere interrato per almeno 20 cm, anche questo per evitare spiacevoli fughe. Un aiuto nell’alimentazione sarà quello di lasciar crescere erbe selvatiche all’interno del recinto evitando interventi umani; questi renderebbero più gradevole l’impatto visivo del nostro set-up ma servirebbe soltanto a noi. Un aiuto che potremmo invece dare potrebbe essere quello di concimare con materiale organico, naturalmente in inverno (quando le Testudo sono in letargo) il nostro recinto per facilitare la crescita in primavera delle erbe di cui le nostre tartarughe vanno ghiotte. Lasciare sempre a disposizione una ciotola d’acqua abbastanza grande da permettere ai nostri esemplare di immergersi ma, molto bassa e con sassi all’interno, questo per evitare spiacevoli incidenti anche mortali, in caso di ribaltamento all’interno. All’interno del recinto è consigliabile creare una zona dedicata alla deposizione. E’ ormai conosciuta l’arte delle tartarughe nel mimetizzare in maniera eccellente il luogo dove hanno appena deposto, sarà nostro compito quindi creare così all’interno del recinto una zona adatta che permetterà di individuare senza difficoltà il luogo preciso per poter intervenire il prima possibile prelevando così le uova per poterle incubare immediatamente. Per creare una zona deposizione è importante individuare una zona ben soleggiata. Individuata la zona si deve creare una collinetta con della terra, torba e un po’ di sabbia. Il mix deve essere morbido per facilitare lo scavo ma non troppo, affinchè non si verifichino frane durante la preparazione del nido. Una volta preparata la collinetta è buona norma batterla rendendo la superficie liscia; successivamente daremo sopra una bella “spolverata” di sola sabbia color chiaro.

Con queste caratteristiche la collinetta sarà irresistibile per la deposizione delle nostre tartarughe perchè la pendenza agevolerà il lavoro di scavo ed inoltre nel momento in cui la tartaruga inizierà a scavare porterà in superficie il mix sottostante (scuro) rendendo ben visibile la zona della deposizione. Dopo aver raccolto le uova andremo a ricoprire il buco nel terreno tolto, ricompatteremo la collina e andremo a ricreare su di essa uno strato di sabbia chiara che fungerà da spia per un’altra eventuale deposizione. È sempre consigliabile rinnovare lo spolvero di sabbia dopo ogni pioggia che normalmente lava via la sabbia.

Molto importante sarà la costruzione del rifugio, utilizzato sia nel periodo estivo ma fondamentale per il periodo invernale. Dovremo fare in modo che sia utilizzato anche durante il periodo del letargo. Oltre a dare ulteriore protezione contro il freddo servirà a proteggere le nostre Testudo da attacchi da parte dei roditori, nemici numero uno delle nostre tartarughe. Come materiale possiamo usare dei mattoni oppure il legno che è un ottimo isolante termico. Rivestire la struttura con del polistirolo aumenterà le potenzialità isolanti. Una chiusura, applicata solo dopo essersi assicurati dell’inizio dello stato letargico, ci darà un’ulteriore sicurezza. Il rifugio dovrà avere l’apertura rivolta verso Sud, all’interno il terreno dovrà essere sostituito con un misto di torba e sabbia per facilitare l’opera di scavo e sarà riempito con foglie secche, fieno o paglia. L’uso di questi materiali servirà a dare protezione durante le prime giornate fredde autunnali. Durante questo periodo è utile cospargere anche il resto del recinto con paglia, fieno o erba tagliata poiché sotto questo strato le Testudo troveranno riparo durante i “primi freddi”, cioè durante i preparativi al letargo vero e proprio oppure in caso di gelate improvvise.

Autore: Marco Marsili
Foto e Autore del recinto: GPaolo
Buongiorno, devo fare un progetto simile, come si chiama quella pianta a foglia lunga usata su tutto il perimetro? Io ho trovato una pianta simile ma diventerebbe più alta ed è tropicale quindi impossibile da piantare nella parte settentrionale est dell’italia
Grazie
Articolo molto bello e ben descritto, utilissimo per i non esprerti come me.