giovedì 14 gennaio 2010
Sempre più intensa l’attività del Centro di Recupero Tartarughe Marine del Wwf Molfetta

 

MARINA DI LEPORANO – La prima liberazione di una caretta caretta (una femmina del peso di 40 chili e di 70 cm di lunghezza carapace) del 2010 si è svolta lo scorso sabato al largo delle coste di Barletta, con la partecipazione del comandante della Capitaneria di Porto, T.V. Giuseppe Stola, dell’assessore provinciale all’ambiente della provincia BAT Gennaro Cefola e dei volontari del centro recupero. A rendere ancora più emozionante la manifestazione è stata la presenza di due classi della scuola elementare “Bosco” di Barletta, le stesse che erano presenti sul porto per una visita didattica nel momento in cui l’esemplare era stato recuperato da alcuni pescatori e consegnato agli uomini della Capitaneria di Porto.

Un evento eccezionale può, invece, essere definito quello avvenuto poche ore dopo a Marina di Leporano (Taranto): il ritrovamento di un piccolo di caretta caretta di appena 7 cm di lungehzza carapace.

L’esemplare, dell’età appartente di sei mesi (dovrebbe essere nato la scorsa estate) è stato rinvenuto sulla spiaggia in stato di completa ipotermia. Prontamente recuperato, è stato affidato alle cure dei medici del servizio veterinario di Taranto e, da questi, consegnato al responsabile del centro di recupero Wwf Pasquale Salvemini.

Si nutrono, putroppo, dubbi sulla possibilità che si possa salvare, viste le sue pessime condizioni e la giovane età (è il più piccolo degli esemplari giunti al centro di Molfetta).
Indubbiamente i numerosi ritrovamenti e le continue segnalazioni di esemplari in difficoltà sono il segno tangibile degli sforzi posti in essere, come Wwf, per la creazione di una “sinergica rete”, che coinvolga pescatori, forze dell’ordine, volontari e cittadini, a salvaguardia di questi affascinanti animali.

Al tempo stesso, però, impongono una seria riflessione sulla notevole antropizzazione del litorale pugliese (e non solo), interessato da una elevata cementificazione e dalla presenza di numerosi lidi. Non va dimenticato, infatti, che l’intensa attività umana, sia sulla terraferma sia in mare, interferisce con la vita naturale di questi animali, che hanno sempre maggiore difficoltà nel nidificare.

 

                                                                                                                              da Quindici di Molfetta

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