Malacochersus tornieri
Tartaruga frittella africana
Siebenrock 1903
 
 
CLASSIFICAZIONE
Ordine: Testudines
Sottordine: Cryptodira
Famiglia: Testudinidae
Genere: Malacochersus
Specie: Malacochersus Tornieri
 
PRESENTAZIONE

Le Malacochersus tornieri, sono tartarughe che nel loro fascino presentano più particolarità e sono apprezzate nel campo della terraristica in quanto adatte alla vita in cattività e in terrario.
Questa specie richiede particolare attenzione da parte dell’allevatore, sia con riguardo all’allevamento che alla riproduzione, per tale motivo non sono adatte ai neofiti.
Necessita di un minimo di esperienza, essendo tartarughe delicate e sensibili alle temperature in particolar modo all’umidità.
La Malacochersus non cade in letargo ma necessita di un periodo di bruma per favorire gli accoppiamenti ed aumenta l’aspettativa di vita di circa 20%/30%.

CARATTERISTICHE

Specie molto particolare, di aspetto unico e curioso per la sua forma totalmente piatta per cui è comunemente chiamata: tartaruga frittella, mentre il suo nome scientifico è Malacochersus tornieri, derivante dalle parole malakos =morbido e chersus= arido, coniato nel 1929 dallo zoologo Russo Wilhelm Lindhomb.
Il suo carapace oltre ad avere una forma piatta è molto flessibile e morbido al tatto.
Questa caratteristica permette alla tartaruga di termoregolarsi più rapidamente, rispetto ad altre specie, di nascondersi tra gli anfratti di roccia, quando si sente minacciata, e di correre più veloce quando è in pericolo, data la sua leggerezza. Avendo un carapace elastico, ha la capacità di gonfiarsi, riempiendo i polmoni d’aria, facendo pressione fra le rocce.
Il carapace è di colore giallo/marrone scuro, presenta linee a raggi gialli scuri, che si dipartono da ogni scuto. Il piastrone è giallo chiaro/scuro con macchie irregolari di un colore variabile dal giallo, giallo scuro/arancio e nero. Il ponte che unisce il carapace e il piastrone è molto piccolo e ne agevola i movimenti. La testa è grande, di colore giallo come le zampe e la coda.
I maschi della specie misurano 14/15 cm. ed hanno un peso di circa 300 gr.; le femmine misurano, invece, circa 18 cm per un peso di circa 480gr.

 
 
HABITAT D’ORIGINE

Le Malacochersus tornieri sono originarie dell’Africa orientale, del sud della Kenya e della Tanzania settentrionale e orientale. Esistono anche popolazioni introdotte in Zambia.
Il loro habitat è un territorio roccioso con zone desertiche, situate tra i 600-1800 slm. La vegetazione è formata da cespugli spinosi, il clima è semi-arido/arido, le temperature sono più o meno stabili, fra i 24-30 gradi. In alcuni mesi dell’anno (Giugno e Luglio) l’escursione notturna può arrivare intorno ai 12 gradi.
Questa specie è un abile arrampicatrice, anche di rilievi di pianura rocciosa. Predilige rifugiarsi fra gli stretti anfratti e cavità rocciose dove si sente protetta da eventuali predatori.
Essendo abile nella corsa sfugge facilmente agli attacchi di altri animali. In natura, convive con piccoli gruppi di circa dieci tartarughe, per ogni rifugio.
Le Malacochersus formano una sorta di gerarchia dove c’è un maschio dominante. I maschi sono più attivi rispetto alle femmine che solitamente rimangono nei rifugi; condividono il loro areale con il Gerrhosaurus major talvolta presente anche agli interni dei loro nascondigli.
Le Malacochersus hanno un’alimentazione varia, che consiste in alcune varietà di erbe e piante a seconda della stagione. Le principali sono: Plantago coronopus (comunemente chiamata erba stella o barba di cappuccino ), Aloe, Achyranthers aspera (comunemente chiamata frusta del diavolo) e alcune graminacee.
In natura queste tartarughe seguono ritmi stagionali, da periodi di siccità e da periodi di pioggia che vanno da novembre a dicembre.
Gli accoppiamenti avvengono in gennaio, mentre la deposizione delle uova avviene nei mesi di giugno e luglio. Le femmine depongono un solo uovo per volta, con una frequenza dalle sei settimane a due mesi. La schiusa avviene in un lasso di tempo che va dai quattro mesi e mezzo, ai sei mesi fino agli otto mesi.
La maggiore attività di queste tartarughe è nelle prime ore del giorno, spesso usano fare basking e nel tardo pomeriggio verso sera.

ALLEVAMENTO

Questa specie di tartaruga è molto delicata e sensibile all’umidità. Si può allevare all’esterno soltanto nei mesi più caldi dell’anno, in zone dove l’umidità è bassa e non superi il 60%, altrimenti si consiglia di allevarle in terrario permanentemente, ossia tutto l’anno.

Allevamento outdoor
L’allevamento all’esterno prevede una recinzione completa, dall’alto in basso e ai lati, onde evitare attacchi da parte dei predatori. Inoltre si consiglia di predisporre all’interno del recinto, lungo tutto il perimetro, pannelli in pvc per evitare evasioni da parte di queste tartarughe, capace di arrampicarsi lungo la rete. È importante che l’interno del recinto sia ben piantumato, con vasta varietà di erbe selvatiche ideale per l’alimentazione di questa tartaruga.
Sono indispensabili anche le piante che favoriscono l’ombra come il rosmarino strisciante, per proteggerle dalle ore più calde della giornata, considerando che questa specie non tollera il caldo. Molto importante sono i vari rifugi, ripari, casette per permettere alle tartarughe di riparsi, rifugiarsi e il riposo notturno. Le dimensioni minime del recinto per un gruppo di due maschi e tre femmine sono: 3x2m.

Allevamento indoor
L’allevamento all’interno prevede un terrario di dimensioni minime 170x80x60 , per un gruppo di due maschi e due femmine.
Il substrato ideale è : fibra di cocco mista a torba di sfagno (precedentemente fatto asciugare al sole) con un 20% di sabbia di fiume (precedentemente lavata e asciugata) per gli adulti.
La sabbia non è indispensabile, può anche non essere non utilizzata, in quanto queste tartarughe provengono da territori rocciosi, non sabbiosi.
Per gli esemplari baby e subadulti : Fibra di cocco misto a torba di sfagno, asciutta.
Il terrario va arredato con lastre in pietra piatta, sovrapposte e fissate, formando una costruzione a piani con dislivelli e pendenze in modo da creare anfratti tra una pietra e l’altra.
È possibile realizzare questo “progetto” anche in legno con tavole precedentemente trattate e rese impermeabili. Per completare si possono aggiungere delle rocce alla base in modo da simulare quanto è più possibile il loro habitat naturale.
Se si dispone di un buon impianto di illuminazione , prese d’aria per un ottimo ricircolo è possibile inserire alcune piante grasse, di piccole-medie dimensioni.

N.B: Per gli esemplari in riproduzione è bene che il substrato sia abbastanza profondo almeno 20cm. Ci sono alcune esemplari femmine che prediligono lo scavo per la deposizione, mentre alcune di queste tartarughe lasciano le uova in zone limitrofe alle rocce, oppure fra una roccia e l’altra.
La maggior parte di questi esemplari si dimostra abbastanza timida e schiva, soprattutto in una prima fase di ambientamento; si spaventa facilmente, scappa e corre velocemente per rifugiarsi in qualche fessura. Istintivamente gonfiano i polmoni e rimangono incastrate nella cavità per evitare si essere “predate”; è, quindi, fondamentale che il terrario venga creato in base a quanto descritto.

ILLUMINAZIONE E RISCALDAMENTO

L’illuminazione è composta da un tubo a neon con un minimo del 5% di UVB , lungo quasi tutto il terrario.
Il riscaldamento, invece, prevede due punti basking, in modo che tutti gli esemplari possano beneficiare dei raggi UVB, senza che vi siano affollamenti di tartarughe in un solo punto.
I punti basking necessitano irradiazione da lampade ad alta concentrazione (calore e UVB ) come le lampade ai vapori di mercurio, meglio agli ioduri metallici come le Solar raptor.

Fotoperiodo: dalle 8 alle 12 ore (dipende dalla stagione)
8 ore di riscaldamento

Temperature: 30/31 gradi punto basking
24/25 gradi punto fresco
15/18 gradi notturni (per gli esemplari adulti)
18/20 gradi notturni (per gli esemplari baby)
Se non si raggiungono tali temperature, per il punto fresco e la notte, si consiglia una lampada in ceramica termostata.

Umidità: 40% /60% stagione secca
60%/70% stagione umida

CICLO STAGIONALE E BRUMA

Il ciclo stagionale viene simulato in terrario come avviene in natura.
Si suddivide in due periodi:
Periodo umido = da novembre ad aprile
Periodo secco = da marzo ad ottobre

Il passaggio fra una stagione e l’altra va fatto in modo graduale, riducendo le ore del fotoperiodo (fino a 8 ore ) e di riscaldamento, con le seguenti temperature: 22/23 gradi diurni e 14/15 gradi notturni. Per favorire la bruma, periodo di latenza per queste tartarughe che smettono di alimentarsi e di svolgere qualsiasi attività.

Calendario delle stagioni:
Da gennaio a marzo = Bruma (temperature di 22/23 gradi, fotoperiodo per 7/8 ore, la notte 14/15
gradi) simulazione della stagione secca (40%/50% umidità)
Da aprile a settembre = Rialzo del fotoperiodo di 10 ore, rialzo graduale delle temperature, brevi
nebulizzate, per due/tre volte a settimana sugli arredi. Umidità fino al 60%.
Riprendono ad alimentarsi, è consigliato anche un integratore
multivitaminico e di calcio.

Da ottobre a dicembre = Rialzo del fotoperiodo di 12 ore , rialzo delle temperature (30/31 gradi)
Simulazione della stagione delle piogge , umidità fino al 70%
Alimentazione ricca di erbe selvatiche e altri vegetali, integrazione di
Calcio (tramite osso di seppia) e Calcio D3.

ALIMENTAZIONE

L’alimentazione principale è costituita da erbe selvatiche e fieno. È possibile integrare verdure come cicoria e radicchi, in brevi periodi che coincidono con la stagione delle piogge. Altrimenti è fondamentale asciugare e far essiccare le verdure prima di offrirle alle tartarughe, onde evitare problemi legati alla piramidalizzazione.

INTEGRAZIONE

È importante offrire sempre l’osso di seppia.
Le Malacochersus tornieri,, essendo tartarughe delicate, “morbide” di carapace, soggette nella maggior parte dei casi ad un allevamento permanente in terrario, si consiglia l integrazione di calcioD3 , ogni dieci giorni circa, soprattutto per le femmine gravide e i baby in fase di crescita.
Sospendere l’integrazione di calcioD3 nei mesi in cui gli esemplari dimorano all’esterno.
Il multivitaminico è possibile somministrarlo solo in alcuni brevi periodi che corrispondono al risveglio della bruma, ogni venti giorni circa, per un paio di mesi, se si desidera, altrimenti non è necessariamente indispensabile.

DIMORFISMO

Il dimorfismo si riconosce per le seguenti differenze: il maschio presenta una forma più larga e rettangolare; gli scuti anali formano un angolo superiore a 90°, la coda è più lunga e grossa.
La femmina presenta una forma stretta, allungata ed ovale; gli scuti anali sono stretti e formano un angolo retto di quasi 90°, la coda è corta , di spessore minore.
La maturità sessuale avviene fra il quarto e il quinto anno di età per i maschi; sei anni per le femmine.

ACCOPPIAMENTO E RIPRODUZIONE

Gli accoppiamenti sono stimolati dalla presenza di un maschio all’interno dell’alloggio.
Come in natura si forma una gerarchia dove il maschio dominante si accoppia con la femmina. Gli accoppiamenti avvengono in prossimità della stagione delle piogge e dal risveglio della bruma.
Le deposizione hanno luogo nei mesi di ottobre-novembre, dove si nota l’intensa attività delle femmine nello scavo.
Le femmine depositano un solo uovo, raramente due ed in un anno possono deporre 3-4 volte. Le uova vanno prelevate con la massima cautela, evitando di girarle e collocate in una vaschetta chiusa con vermiculite asciutta, ed incubate ad una temperatura di 30 gradi di giorno, per dodici ore e 24 gradi di notte per le restanti dodici ore.
In prossimità della schiusa l’umidità è compresa fra il 60% e il 70%, senza bagnare la vermiculite, aggiungendo solamente un po’ d’acqua in una vaschetta all’interno dell’incubatrice.
I tempi di schiusa non sono precisamente prevedibili, la maggior parte avvengono dai 4mesi ½ al 5 mese , ma possono prolungarsi anche verso i sei mesi di incubazione e qualche mese più tardi.

CURA DEI PICCOLI

Appena nati, i piccoli vanno lasciati in incubatrice per due giorni e poi trasferiti in un terrario sterile con carta da cucina leggermente umida, facendo un bagnetto al giorno, in acqua tiepida per qualche minuto. Al terzo giorno il substrato di carta da cucina deve essere asciutto.
Il peso e le misure dei nascituri variano, da un peso di 15gr e misura di 4cm. L’alimentazione è simile agli adulti.

MALATTIE PRINCIPALI

Questa specie, in quanto delicata, è soggetta ad alcune malattie.
Ecco le principali:
Congiuntivite
Raffreddamenti
Polmonite
Parassitosi
Piramidalizzazione
Mom

Legislazione

è in Appendice II CITES e in Allegato A del Regolamento CE 2724/2000. Nel libro rosso IUCN è classificata vulnerabile (VU A1bd).

www.tartaweb.it

Testo a cura di Doriana Napolitano
La riproduzione è descritta in base al metodo usato da Stefano Alcini.

Foto: John White
 

One thought on “Malacochersus tornieri”

  1. Una specie molto affascinante, che ti permette di sbizzarrirti nell’allestimento dei terrari e ricreargli il loro ambiente ideale. Le misure contenute permette di tenere più esemplari in terrari abbastanza contenuti come ingombro. È una specie schiva, ma alcuni esemplari sono molto socievoli. I machi, almeno per la mia esperienza, possono litigare per imporre la loro gerarchia.
    Creargli anfratti molto stretti con le rocce li agevola per cercare riparo e tranquillità.
    Sono una specie stupenda!!!

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